Da oltre 20 anni la Cooperativa L’Accoglienza onlus si prende cura di bambini definiti “ad alta complessità assistenziale”. Sono volti che abbiamo incontrato sul sentiero di Casa Betania, la casa famiglia che per prima si è aperta all’accoglienza di bimbi disabili gravi in stato di abbandono.
Negli anni abbiamo scoperto che questo problema riguardava un numero ben più ampio di casi: bimbi in situazione di grave disabilità, abbandonati alla nascita e costretti a vivere, per mancanza di coppie affidatarie o adottive, in un contesto ospedaliero del tutto inadatto alle loro esigenze.
Così abbiamo iniziato un cammino insieme a loro; dal 1993 ad oggi abbiamo accolto 40 bambini e ragazzi con disabilità compelssa, e costituito tre piccole case famiglia. Con loro abbiamo scoperto quanto fosse giusta l’intuizione iniziale: prima che “disabili” i nostri piccoli amici sono bambini, con tutte le esigenze e i diritti di un minore: diritto alla relazione, diritto a un ambiente caldo e familiare, diritto al gioco, diritto alla protezione. Sono diritti questi che un contesto sanitario, più concentrato sulla sicurezza e tutela della salute fisica, può non garantire, o non garantire nel giusto modo.
Ciò che abbiamo realizzato non sarebbe stato fattibile senza una forte collaborazione con le istituzioni protagoniste della presa in carico – Tribunale per i Minorenni, Uffici tutele, Servizi sociali territoriali, ASL – che, a partire dalla progettazione individuale, cioè a partire dalla particolarissima situazione di ciascun bambino, hanno individuato insieme a noi l’accoglienza in casa famiglia socio-assistenziale quale soluzione più equilibrata e rispettosa tanto delle esigenze di protezione e tutela della sicurezza e della salute quanto dei diritti fondamentali alla socializzazione, all’affettività, alla famiglia.
Oggi sentiamo che è maturo il tempo per una riflessione allargata a tutti gli attori, le parti e gli amici che hanno condiviso questa responsabilità insieme a noi: dal mondo delle istituzioni protagoniste della presa in carico e della tutela del minore, a quello scientifico e medico sanitario, al mondo della cittadinanza attiva. Una riflessione che ci aiuti ad estrarre dalla nostra esperienza gli elementi più validi, a migliorare le nostre pratiche, verso la costruzione di un modello che possa essere sposato da tutti. Aperto a tutti i bambini che ancora oggi vivono negli ospedali. Perché nessun ospedale è casa loro.


I riferimenti amministrativi delle nostre strutture di accoglienza:

Le case famiglia che accolgono minori con grave disabilità fanno riferimento anche alla normativa regionale DCA/242/2018.

La nostra esperienza nell’accoglienza di minori con disabilità complessa in strutture socio-assistenziali. Approfondimenti  a questo link.

 
Il documento scientifico prodotto sul nostro modello di accoglienza. Scarica una copia qui.
Per informazioni e confronto  scrivi a comitatoeditoriale@coopaccoglienza.it o chiama al 333.5366473

COMUNICATO STAMPA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEI DIRITTI DEL FANCIULLO 20/11/2016

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