Questa piccola storia ha inizio con un viaggio e finisce sotto una stella.
È una mattina di settembre quando Nasmat entra nell’aeroporto del Cairo.
Ha il passo sicuro, la schiena dritta, indossa un abito di cotone leggero e il velo le incornicia il volto.
Gli occhi vivaci scorrono ora i voli sul tabellone, destinazioni ed orari di partenza – ecco Roma – ora i bambini – Kaleb, Nazim rimanete accanto a me, o ci si perde –
Tiene per mano Ranja, la più piccola, e porta sulle spalle una borsa capiente con poche cose per il viaggio e per i primi giorni. Poi ci penserà lui. Ancora non sa del loro arrivo, di questa famiglia partita per raggiungerlo. Ma la vita lì è diventata difficile, i soldi non bastano, la casa è piccola, i parenti non aiutano, i bambini non sono sereni. Così quando Nasmat ha scoperto di essere in attesa – accarezza piano la rotondità del ventre – ha deciso. Raggiungerà suo marito che lavora in Italia. Insieme sarà tutto più semplice.
Ma la sorpresa dipinta sul volto dell’uomo alla vista di quella famiglia venuta da lontano ed ora lì in piedi dinnanzi alla soglia del suo negozio, non è gioiosa. Piuttosto, furente.
I giorni che seguono sono impastati di grida, rimproveri, minacce, improperi, porte che sbattono, piatti che si rompono, silenzi pesanti.
Poi una notte, una gragnola di colpi rabbiosi e violenti raggiunge Nasmat, il volto, le spalle, la pancia. E la lasciano sul ciglio di una strada buia, i bambini spaventati e piangenti, il parto avviato.
È dicembre quando viene accolta con i bambini nella casa di Marta e Maria.
Straniera la terra, la lingua, la casa, la vita. Eppure ricomincia da qui.
Frequenta una scuola d’italiano e si sperimenta in un tirocinio professionale.
Allatta e studia. Piange, si arrabbia e lavora. Lava e cucina e a sera si addormenta esausta non appena il capo tocca il cuscino.
I bambini frequentano la scuola, giocano a calcio e fanno danza, stringono timide amicizie e riacquistano un po’ di tranquillità.
La casa di Marta e Maria sostiene, incoraggia, fa insieme.
Ed è trascorso un anno. Ora Nasmat ha un contratto di lavoro stabile e sicuro e i bambini sono ben inseriti nel territorio. C’è una piccola casa poco distante che potrebbe essere presa in affitto ed il proprietario è disponibile a conoscere la donna e i suoi figli. Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Nasmat firma il suo primo contratto di locazione.
La musica e il chiacchiericcio accompagnano chi sale, sino all’uscio di casa. E’ qui la festa?
Kaleb dà il benvenuto all’ingresso, spalancando la porta su un salone gremito di amici.

La tavola è imbandita di mille leccornie e Nasmat si affaccenda svelta aggiungendone di nuove, servendo ora l’uno ora l’altro – hai assaggiato il pollo? e il riso con le mandorle? Il dolce lo ha fatto Nazim –
Amir scorrazza sorridente, si lascia coccolare da Claudia, la sua volontaria preferita, e mostra il suo pupazzetto Spiderman a Flavia, indica a Sergio che ora lo sportello dell’armadio che lui ha riparato si chiude perfettamente.
Ranja, i capelli neri e profumati annodati in una lunga treccia accompagna di qua e di là – questa è la nostra camera e questa quella di mamma. Lo sai che Amir la notte sguscia fuori dal suo letto per andare da lei? Questa è la cucina, mia mamma fa un dolce al latte buonissimo. L’hai assaggiato? Questo è il terrazzo, da qui si vede il parco dove scendiamo a giocare – indica con il braccio teso un punto nella notte e si intravede un’altalena. – Laggiù in fondo, la strada per andare a scuola, e quello è il centro commerciale – indica dell’altro. Poi rovescia il capo all’indietro, gli occhi puntano il cielo della notte – e lassù… le stelle! –
Ed ecco la storia finisce qui. Sotto una stella.
Presepe dei nostri giorni.
Del coraggio di Giuseppe, della tenerezza di Maria, della dolcezza del bambinello si trova ampia traccia.
Noi pastorelli e magi, gente del popolo e viandanti, assistiamo pieni di gioia e di meraviglia al miracolo della vita che nasce e si rinnova. E a sera, rientriamo nelle nostre case, con un pacchetto di pollo e mille baci, una fetta di dolce al latte e il gusto dell’amicizia, sotto la luce della stella.
Buon Natale.