Diventa volontario

"…senza la disponibilità della famiglia Dolfini Casa Betania non sarebbe nata, senza i volontari non sarebbe cresciuta…", questa è la frase di presentazione che viene ripetuta sovente a chi chiede di poter effettuare servizio di volontariato presso le nostre realtà.

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I volontari di Casa Betania e della Cooperativa L’Accoglienza rappresentano una risorsa importante; operando gratuitamente e liberamente, costituiscono una fonte di creatività e di energia quasi inesauribile, testimoniando concretamente spirito di collaborazione e di accoglienza. Ciascuno arriva con il suo bagaglio di esperienze personali, e offre semplicemente se stesso, animato da un senso di giustizia e di uguaglianza, spesso non essendo consapevole di apportare un contributo, grazie al proprio impegno, al cambiamento sociale.

Qualsiasi sia la motivazione, del tutto originale, che ha spinto nel tempo circa 900 persone a prestare servizio di volontariato presso le nostre realtà, la condivisione di idee e valori ha fatto sì che si potesse camminare insieme lungo un percorso certamente non privo di errori, ma che, attraverso lo scambio di riflessioni, emozioni, sogni, istinti, stati d’animo è sempre stato volto alla ricerca di nuove soluzioni che spezzassero le catene della povertà, del bisogno e dell’indifferenza.

“La varietà delle condizioni personali e familiari di ciascun Volontario ha certamente arricchito il rapporto con le mamme e i bimbi ospiti, offrendo loro possibilità di identificazioni positive” ; viceversa, ciascuno dei Volontari si è sentito colmato di doni dalla relazione con mamme e bambini.

L’organizzazione dei volontari

L’attuale organizzazione dei Volontari, è frutto di un percorso di sperimentazione continua e di adattamenti per poter conciliare la duplice esigenza, sempre avvertita e perseguita, di rispettare e difendere la dignità delle persone ospiti della Casa, con quella di affidare ai Volontari compiti che fossero da loro svolti con competenza e responsabilità.

Per conoscere fini, obiettivi, struttura e programmi dell’organismo in cui andavano ad operare, fin dall’inizio i Volontari sono stati chiamati a partecipare a riunioni periodiche, la cui conduzione era affidata ai responsabili della Casa ed agli educatori presenti, ed il cui scopo era non solo quello di concertare modalità operative e relazionali con gli ospiti (mamme e bambini), ma anche di crescere nella pratica della solidarietà e nell’accoglienza.

Si può dire che inizialmente i Volontari fossero aggregazione spontanea intorno ad un progetto condiviso, in cui prevaleva spirito creativo e buona volontà rispetto all’organizzazione.

Volendo garantire riservatezza riguardo le informazioni e le situazioni di cui i Volontari venivano a conoscenza e limitare i danni rispetto all’assunzione di un impegno preso sull’onda dell’entusiasmo e, a volte, portato avanti con superficialità, ben presto si è pensato di far precedere il servizio nella Casa famiglia da un colloquio preliminare per verificare motivazioni e reale disponibilità all’attività di volontariato.

Per assicurare continuità di impegno nelle attività della Casa famiglia e nelle relazioni con gli ospiti, si è compreso che bisognava creare i presupposti per un rapido ambientamento dei Volontari, facendoli sentire “accolti”, seguiti, e fornendo un sostegno ulteriore alla loro crescita personale: l’introduzione della figura del tutor, come coordinatore del turno e anello di congiunzione tra i responsabili della Casa e i Volontari, ha rappresentato una tappa fondamentale nell’organizzazione del servizio di volontariato.

Così, per tappe successive, interrogandosi di volta in volta sulla qualità del servizio offerto, proponendo strade alternative per il percorso formativo, si è giunti alla configurazione attuale in cui i “Volontari (compresi quelli di nuova leva, i tirocinanti, i volontari del servizio civile) sono impegnati nei compiti loro assegnati, con la presenza a rotazione, in relazione alle loro disponibilità di tempo e alle loro attitudini, in un’organizzazione funzionale, non gerarchica, in cui ciascuno assume le proprie responsabilità.

Il percorso di formazione

Secondo la prassi sperimentata e ormai consolidata in questi anni, per condividere valori ed obiettivi tra i Volontari di diversa preparazione impegnati nelle nostre realtà, è utile partecipare congiuntamente ad incontri formativi con cadenza quindicinale e rendere il servizio settimanalmente.

Il percorso di formazione prevede un avvicinamento graduale alla realtà che passa attraverso:

  • il primo colloquio, di carattere informativo, che, nella fase iniziale, ha anche fini di autoselezione;
  • l’eventuale inserimento del Volontario nella realtà e nel turno prescelto, per un periodo breve in cui sperimenta il servizio affiancato da un operatore o un volontario esperto responsabile della formazione sul campo;
  • l’incontro di verifica, che segna il termine del periodo di prova, ed invita a riflettere sul tipo di servizio per dare, poi, una conferma più consapevole del proprio impegno;
  • l’inserimento del nuovo Volontario nel Gruppo di formazione base (Junior), “per affinare le motivazioni che sostengono il suo impegno, per verificare la validità del lavoro che va svolgendo, per allargare il campo delle sue conoscenze;
  • il passaggio nel Gruppo Senior e la partecipazione agli incontri loro riservati, per quei Volontari che condividono compiti e responsabilità maggiori.

Il primo colloquio

Periodicamente, in funzione delle richieste da parte di aspiranti volontari, la Cooperativa fissa l’appuntamento con quanti, ragazzi, giovani, meno giovani, uomini, donne, desiderano conoscere la nostra realtà per “dare una mano” come volontari. Si tratta di un incontro del tutto informale al fine di presentarsi reciprocamente e conoscersi un po’ meglio…

Spesso chi viene a tali incontri non ha un’idea precisa del tipo di servizio svolto nelle nostre case famiglia, pertanto la descrizione dell’organizzazione interna, della storia delle case, degli ospiti accolti, delle finalità che ci muovono, aiutano a delinearne i contorni e a darne un’immagine più chiara.

In questo modo ognuno ha la possibilità di capire meglio il tipo di esperienza che potrebbe vivere e di scegliere se viverla o meno.

L’impressione che si ha, infatti, è che conoscere più a fondo la vita della casa famiglia, la suddivisione dei ruoli, i compiti richiesti al volontario, aiuti la persona a decidere con maggiore consapevolezza e responsabilità se iniziare o meno questo percorso di volontariato.

Tutto inizia con un giro di presentazioni…. “Ciao a tutti mi chiamo…ho 34 anni…lavoro come…sono sposata…ecc.” e poi “vorrei fare volontariato perché…”.

Tanti nomi, diverse età, lavori comuni, lavori insoliti, occupati, disoccupati, timidi, esuberanti, singles, coniugati,…tutti con la stessa voglia di mettere un po’ del loro tempo a disposizione, di regalare un po’ di sé a chi lo richiede.

A questo incontro ognuno porta la propria storia, ognuno si racconta per come è, senza nascondere le difficoltà che a volte lo hanno messo alla prova, senza nascondere la voglia di superare certi dolori che si portano dentro magari dedicandosi ad altri dolori: “è come se condividendolo con altri, questo dolore bruciasse meno…”

Da qui nasce la spinta a telefonare o a mandare una mail per chiedere “vorrei fare volontariato presso di voi, come devo fare?”; da qui l’appuntamento da fissare con la segreteria della Cooperativa per l’appuntamento con la sessione informativa a partire dalla quale, per chi lo desidera, comincia la propria storia come volontario nella nostra realtà.

Una volontaria racconta la sua esperienza … leggi qui

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I volontari del mercoledì – E9

Ascolta e guarda l’episodio del podcast “Il giro di Betania in 30 storie” che racconta le esilaranti avventure di un gruppo di volontari, disponibile su Spotify e su Youtube.

Aggiornamenti

Pensiamo sia bello mantenervi informati circa la vita di Casa Betania, delle nostre altre case famiglia, e delle iniziative della Cooperativa L’Accoglienza onlus.

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